Sul Tabor ai discepoli, all’interno di un’esperienza relazionale profondamente intima, è stato dato di posare lo sguardo sul Divino, grazie alla percezione unica e inedita del corpo trasfigurato di Gesù. É stata questa visione che li ha condotti a esclamare: è bello per noi essere qui (Mt 17,4). La bellezza che i loro occhi hanno potuto contemplare proveniva dall’intimo, era l’esteriorizzazione dell’interiorità del Signore; sul Monte Egli ha lasciato trasparire il Suo essere, ha reso visibile il Suo amore, lo Spirito - che è bellezza - presente in Lui.
Di fronte al Cristo trasfigurato l’atteggiamento dei tre apostoli non è stato senza importanza: tale svelamento non avrebbe potuto raggiungerli se i loro occhi non si fossero aperti.
La bellezza della Trasfigurazione si accoglie con cuore puro e sguardo limpido: Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio (Mt 5,8).
Meditando su come l’autentica bellezza sia essenzialmente la trasparenza di un amore che abita dentro – di cui sono figura la sposa, l’innamorata, la donna incinta - abbiamo guardato sempre più a Maria come alla tota pulchra, la piena di grazia, la dimora dello Spirito.Nell’affascinante intreccio di sguardo e di mistero che si svela, abbiamo inteso la bellezza come una dimensione del divino presente nelle realtà umane. Cogliere la bellezza nell’umano è aprire, infatti, uno squarcio sul Divino. Abbiamo così fatto progressivamente sempre più nostra la vocazione a vedere, disseppellire e condividere con i fratelli la bellezza nascosta nei volti e nelle cose.
Questo ci conduce a cercare con i fratelli ogni traccia luminosa presente nelle nostre esistenze, nella società e nella storia; pur nella consapevolezza delle molte ferite e delle distanze dal disegno di Dio, crediamo che ancor più profondi e veri sono i Suoi benefici e le anticipazioni dell’eterno nel tempo.
Coltiviamo così un approccio contemplativo alla realtà impegnandoci a nutrire l’interiorità nostra e di chi ci è affidato con la bellezza che abita la nostra terra e in cui riconosciamo la Sua Gloria: dai prodigi della creazione alle espressioni artistiche, dalla luce della Parola alla promessa di amore eterno, che si svela ogni volta in cui ci si apre all’altro.
Tale svelarsi del Divino trova il suo culmine nel mistero della Liturgia, dove le realtà umane trasfigurate ci permettono di assaporare qualcosa della bellezza eterna.